giovedì 31 maggio 2012

Filologia e Lorenzo Valla


Filologia e storia
La filologia si occupa della ricostruzione della forma originaria dei testi antichi. Pertanto, essa si viene a configurare come una critica del testo, che, mediante varie metodologie di indagine, cerca di riportare al suo significato originario.
La filologia è una delle acquisizioni più importanti dell'Umanesimo e si viene ben presto a configurare come il necessario strumento per un esatto studio ed interpretazione dei testi antichi. Viene, pertanto, rivalutato il valore del linguaggio, che, oltre ad essere una componente propria solo dell'uomo, è l'elemento di distinzione fondamentale tra esso e le bestie.
Lorenzo Valla, romano di nascita (1407 – 1457) si affermò negli studi filologici con le due opere Elegantiae lingue latinae (1440) e le Dialecticae disputationes (1439). In queste studi notevole è il richiamo al valore della parola, del sermo; che, liberato da tutte le sottigliezze medievali, analizzato in rapporto alla realtà e ai suoi contesti storici, permette di ricondurre a una lettura dei testi più autentica. Il metodo filologico da lui adottato lo condurrà ad attestare la falsità della Donatio Costantini (testo che fondava l’autorità temporale dei papi) nel De falso credita et ementita Costantini donatione (1440). La Donazione di Costantino, conclude il nostro studioso, non poteva essere dell’età costantiniana, in quanto presentava moduli linguistici e riferimenti tipicamente medioevali.
Il Valla, uomo profondamente religioso, predica un ritorno della Chiesa alla vera vita evangelica, alla povertà, alla missione spirituale. Tutti temi di fondamentale importanza per i moti di riforma cinquecenteschi. Nel De Libero arbitrio (1439) la polemica batte contro la teologia scolastica e contro la sua pretesa di potere spiegare la fede e i suoi misteri con la ragione; a tale pretesa il Valle controbatte la fede semplice ed umile, la fiducia nell’opera redentrice del Cristo, il ritorno degli insegnamenti del Cristianesimo primitivo. Nel Adnotationes in Novum Testamentum il Valla cerca di dare una traduzione del testo biblico che si avvicini il più possibile al contesto storico cui i libri si riferiscono, e in tal senso si muove la depurazione sermonica dei termini. Nel De Voluptate (1431) rielaborato poi nel De vero bono e nel De vero falsoque bono si prospetta un’etica che ricerchi il piacere, ove per piacere si intende anche la beatitudine celeste, in contrapposizione alla vita ascetica professata dagli stoici e dagli ordini monastici.

Nessun commento:

Posta un commento